Incontro con l'Assessore all'Ecologia Ezio Da Villa

Porto Marghera, 30 maggio 2002

 

Relazione di Debora Buoncristiani

 

 Il 30 Maggio 2002 gli studenti partecipanti al corso universitario “Austria come business location“ hanno compiuto una visita presso l’Assessorato all’Ecologia della provincia di Venezia, dove sono stati accolti dall'Assessore all'Ecologia Ezio Da Villa.

Attraverso la relazione dettagliata fornita dal suddetto funzionario, è stato possibile apprendere lo stato ambientale della provincia di Venezia e le relative problematiche legate al territorio. In primo luogo  è stato necessario avere alcune informazioni di carattere generale sulla configurazione del suolo e sulla morfologia del territorio della zona di Venezia che sono state riassunte come segue:

ORIGINE E NATURA DELLA LAGUNA

 

 

La laguna ha avuto origine per azione di grandi fiumi quali il Piave, l’Adige e la Brenta ed attualmente il 78% della sua superficie è caratterizzato da estesi specchi d'acqua, percorsi da una fitta rete di canali di profondità variabile. La laguna di Venezia è la più vasta laguna italiana ed ha una superficie di circa 550 kmq. Si tratta di un ambiente di transizione tra terraferma e mare comunicanti tra loro attraverso tre bocche di porto: Lido, Malamocco, Chioggia.

 

 

All'interno della superficie totale della laguna sono compresi: fondali, velme e barene, isole, valli da pesca, casse di colmata e litorali. Lo scambio tra la laguna e il mare avviene in buona parte attraverso i canali lagunari che si dipartono dalle tre bocche. Essi hanno una profondità variabile tra i 15 m (canale Malamocco-Marghera) e gli 1-2 m. Grazie ad essi avviene il flusso e riflusso dell'acqua, il ricambio idrico e la sopravvivenza stessa della laguna. Ai canali naturali, ad andamento tortuoso, si è aggiunto negli anni lo scavo di canali artificiali, ad andamento rettilineo. Essendo sottoposta all'azione di forze diverse, naturali e antropiche, fra loro contrastanti, la laguna è in uno stato di perenne instabilità. Tra i principali fattori che minacciano l’equilibrio biologico della laguna possiamo includere l’azione sedimentaria dei fiumi, quella erosiva del mare e naturalmente la pressione antropica sul territorio. L’attuale tendenza della laguna di Venezia è quella di trasformarsi in un braccio di mare e questo fenomeno, evidente soprattutto nella laguna centrale, è riconducibile alle forze erosive delle onde e delle maree.

L’antropizzazione del territorio rappresenta una minaccia incombente sull’ecosistema della laguna e del suolo. La concentrazione di molte industrie sul territorio (a Porto Marghera) ha reso per lungo tempo la laguna una zona altamente trafficata, dove avveniva la circolazione di navi petroliere e la produzione di scorie chimiche. Grazie a una legge speciale attualmente ciò non è più possibile. Nella seconda metà degli anni novanta, l’industria chimica, insieme alle centrali termoelettriche e alle raffinerie petrolifere, ha altamente contribuito al dissesto geologico nonché a quello idrogeologico. Anche dopo la loro dismissione le industrie in questione  continuano a rappresentare un fattore inquinante poiché lasciano molti residui  (capannoni abbandonati, distese di rifiuti solidi industriali ecc.).

Un altro problema rilevante strettamente riconducible all’azione antropica esercitata dall’ uomo è la pesca abusiva delle vongole filippine, che provoca una vera e propria aratura dei fondali con gravi ripercussioni sul delicato ecosistema lagunare. Il Dr. Da Villa ha fornito a questo proposito un quadro piuttosto scoraggiante ed ha evidenziato il fatto che, al momento di contrastare gli interessi di industriali e pescatori, la lotta diventa insostenibile e i problemi addirittura insormontabili.

Oltre a citare i problemi legati prevalentemente alla laguna, l'Assessore si è soffermato su possibili interventi in via sperimentale, volti a tutelare Venezia dall’innalzamento del livello dell'acqua. Il M.O.S.E. (Modulo Sperimentale Elettromeccanico) è un opera ingegneristica in fase di sperimentazione e consiste in strutture meccaniche (paratie) adagiate sul fondo che escono dall’acqua quando il mare aggredisce la laguna. Pur essendo non visibili, la loro presenza comporterebbe una trasformazione drastica del luogo in cui verrebbero piazzate; inoltre non garantirebbero la protezione di Venezia dall´acqua alta per un lungo periodo (50 anni e oltre). Pertanto attualmente si opta per soluzioni alternative, come ad esempio l’innalzamento delle insule (il livello delle sponde) e la pulizia dei canali. In questo modo si guadagna del tempo per arrivare ad altre soluzioni ingegneristiche meno intrusive.

VENEZIA E IL TURISMO

Statistiche confermano che Venezia in assoluto è la capitale del turismo, ma anziché rappresentare una fonte di profitto per la città, questa attività remunerativa si è trasformata in un problema difficile da controllare. La realtà del turismo a Venezia depaupera la città stessa, imponendo elevati costi sociali, culturali, ambientali e persino economici. Si tratta di un turismo massificato, che si relaziona alle altre attività urbane in termini competitivi, di solito vincenti. Se la comunità locale sta perdendo il legame intimo con i luoghi, lo si deve anche ad un senso di espropriazione degli spazi da parte di gruppi che semplicemente passano, rivolgendo alla città uno sguardo veloce ed effimero. Il flusso turistico entra in concorrenza per l'uso dei mezzi di trasporto e delle strutture con il normale flusso di residenti/studenti/pendolari e crea congestione, impedendo così il normale funzionamento della vita economica della città e provocando anche un incremento dei costi di gestione (ad esempio per lo smaltimento dei rifiuti), che vengono in larga parte coperti dai contribuenti veneziani. Non tutto il centro storico è egualmente interessato dall'affollamento dei turisti. In effetti, le aree di maggiore concentrazione dei flussi sono quelle di S. Marco e Rialto. Molte aree della città rimangono ai margini del turismo "classico", nonostante  numerose associazioni culturali e il Comune di Venezia indichino itinerari alternativi.